Certe emozioni non si possono spiegare. É difficile raccontare cosa si prova a pedalare al buio, per tre ore, con la pista illuminata solo dai fari delle biciclette.
Stare in scia, silenzio totale. Sentirsi trascinati dal risucchio di chi ti sta davanti, il rotolare dei pneumatici. Un suono sordo, inconfondibile.
I bordi della pista quasi non li vedi, e nonostante sai di essere in un circuito ti sembra di percorrere una strada lunghissima, che non ha mai fine.
Ma facciamo qualche passo indietro. Sabato pomeriggio. Il Team RunLikeNeverBefore si ritrova alle 16.30 al village allestito all’interno dell’autodromo, proprio dietro i box. Il tempo sembra volare e non facciamo in tempo a scaricare le bici che è già l’ora del briefing.
Poche regole, chiare. Luce davanti, luce dietro, niente prolunghe, niente bici da crono. Zona cambio con 10 secondi di differenza tra chi entra e chi esce.
Foto di rito e Matteo, il primo staffettista, va al pasta party, mentre noi sistemiamo gli ultimi dettagli. La tabella di marcia è semplice. Ognuno di noi rimane in pista per tre ore. Saliamo in tribuna per assistere alla partenza. L’atmosfera è magica. Si parte!
La velocità degli atleti in testa è folle, intorno ai 50 km/h e il primo giro passa in un lampo.
Scendiamo al pasta party e dopo qualche minuto squilla il telefono.
L’incredulità del mio volto quando sul display leggo il nome del primo staffettista. Rispondo. Dice di essere caduto, sta girando con una bici sostitutiva che Vittoria ha messo a disposizione.
Non sappiamo più cosa fare, giriamo per il village e non capiamo più niente. Passiamo dallo stand Vittoria e vediamo la bici di Matteo, non credono di poterla riparare…
Qualche minuto dopo una nuova chiamata…Matteo è ai box, non ce la fa a proseguire…rimaniamo in tre. E sono solo le 22.
Rifacciamo i calcoli, ma manteniamo le tre ore a testa. Parte Marco, dalle 22 alla 1 di notte. Tiene un ritmo alto, oltre 40 km/h di media. Va forte il ragazzo.
Io e Luca nel frattempo riviviamo la prima ora, ancora non riusciamo a capacitarci di quanto accaduto.
Non dormiamo, nemmeno un minuto. Mangiamo, beviamo un caffè, anche due.
Arriva il mio turno. Sono un po’ agitato, ma mi lancio in pista. Poche centinaia di metri e trovo un gruppetto che tiene un buon ritmo, non elevatissimo, ma perfetto per me. Teniamo i 36-37km/h di media, mi trovo da Dio. Ed è qui che apprezzo il silenzio, il rumore degli pneumatici, il “trrrrrr” della cassetta quando si cerca di far riposare un po’ le gambe.
É surreale, bellissimo. Dopo un’ora e mezza e dopo aver cambiato un paio di volte, con tutta la fatica che lo stare in testa a un gruppo richiede, faccio la cazzata: quando il gruppo chiama il cambio mi si chiude la vena e parto all’impazzata. Inesperienza, che fa incazzare – giustamente – un po’ tutti… quando mi raggiungono ormai sono scoppiato, li lascio sfilare e giro per quasi un’ora da solo.
3 e mezza di mattina, sono stanco, tutti i gruppetti che incrocio sono troppo lenti o troppo veloci. Ho perso le speranze quando improvvisamente vengo raggiunto da un bel gruppo. La mia salvezza! Scendo di un dente e accelero fino a raggiungerli. Ci sono!
Proseguo fino alle 4, e rientro ai box con 113 km percorsi.
Tocca a Luca adesso, che parte come un treno. E tiene botta per altre tre ore. Nel frattempo nell’area messaggi faccio una Tecar in vista del secondo turno, che inizierà alle 8.
Vedo l’alba, e sorrido. É come essere in una favola… organizzazione perfetta, non manca niente.
Controlliamo le classifiche, siamo passati dall’ultimo posto alla posizione 92, oltre 100 posti guadagnati in poche ore.
Abbiamo ancora tempo, dobbiamo dare il massimo. Rientro in pista alle 8 per altri tre giri, una ventina di km. Quando rientro controllo la classifica aggiornata. Siamo passati al 63mo posto! Ormai è andata, manca pochissimo.
Ultimo giro, io e Marco in piedi al muretto dei box incitiamo Luca come si fa in F1. Proprio qui, nel tempio dei motori.
Che dire, la gara più emozionante ed incredibile di sempre. Organizzata davvero bene, senza lasciare nulla al caso.
Il grazie più grande va ai compagni di squadra Luca, Matteo e Marco, e a Sportland, per averci fornito le divise della squadra.
La sensazione è che l’anno prossimo ci sarà il pienone, e chissà…magari farò la 12H tutta di fila, da solo…
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