Andrea Baldon realizza un sogno, che si chiama Monza-Resegone 2015

La Monza Resegone è una gara molto particolare.

– Si svolge in notturna a Giugno, il sabato prima della festa di San Giovanni. (tra l’altro è il mio compleanno!)

– Si corre in gruppo di tre persone: credo sia l’unica gara dove anche se ti senti il più forte del mondo puoi perderla poiché tu o i tuoi compagni possono andare in crisi.

– E’ un mix tra una Maratona su strada (da Monza alla Capanna sono più di 42km), un Trail (da Erve in cima alla Capanna) ed un Vertical (il famoso “Pra dei Ratt”)

Questi punti la rendono unica, rara ed è per questo che ho sempre sognato di prenderne parte. Prima d’ora per un motivo o per l’altro non ero mai riuscito nell’impresa, quest’anno invece venivo da una buona preparazione di fondo, fatta di tante mezze, una maratona, il mio primo ultratrail e la mia prima vertical in Grignetta.

Alla Grignetta Vertical mi vedo con la mia amica Valentina degli Urban Runners. Dice: “Andrea c’è un posto libero. Un componente del team non se la sente di farla vuoi fare da sostituto?!?” 

Non ci penso due volte: SI. È la gara che ho sempre sognato. È una “tradizione” di famiglia: l’ha fatta mio padre, mio zio ed ora anche io ne voglio far parte ed arrivare in cima!

Detto fatto in pochi giorni ricevo la maglia del team, conosco Alessandro e Rossella, i miei compagni di corsa: c’è subito sintonia! Sono due ragazzi semplici con il sorriso sempre stampato sulle labbra. Mi sembra di conoscerli da sempre.

Appuntamento per le 19.30 all’Arengario. Si ritirano i pettorali. Fa caldo. Ci si prepara insieme ai supporters (Mio padre in moto, Alessandro, Chiara, Rudi).

Parte l’inno nazionale. Sale l’emozione: da anni desideravo uscire dal palco dei partenti. Sentire il nome mio e del mio team. Siamo la Terna numero 43, prima però vediamo partire Valentina, Marcilene e Carolina con il numero 9! Facciamo un sacco di tifo e ci mettiamo subito in coda alla partenza.

Pronti si parte! I primi km vanno via veloci come non mai. Tantissimo tifo, una folla di gente ad incitarci alla partenza. Passiamo Villasanta, Arcore, Usmate, dando 5 ai bambini ricevendo un sacco di incitamenti da parte di tutti.

È evidente che la gara è una tradizione sentita in tutti i paesi coinvolti al passaggio.

Alessandro ci fa da pacer: nel team è il più esperto, un Passatore alle spalle e tante Maratone. Ci dice che stiamo tenendo un buon ritmo e ce lo confermano i passaggi al 5, 10 e 20 km ad Osnago. Riceviamo conferme anche dall’ammiraglia in moto con Alessandro e mio padre: stiamo andando bene.

Al 25esimo km, complice la discesa da Calco, iniziamo a recuperare le prime terne: una via l’altra le passiamo fino ad arrivare ormai a notte fonda con una una serata fantastica al 30 km a Calolziocorte.

Passiamo in 2h48m, siamo strafelici, ben al di sotto del tempo pronosticato. Non abbiamo mai corso insieme prima d’ora eppure le gambe girano in sincronia con Ale che scandisce bene il passo.

Purtroppo qualcosa non va dopo il 32esimo km: Ale non sta bene di stomaco. Rossella continua la sua corsa senza apparente fatica, una vera forza della natura. Io – sarà per l’emozione o per l’adrenalina – non sento nulla: mi sembra di aver fatto sì e no 10 km.

Aspettiamo Ale, nel frattempo l’ammiraglia ci passa i cambi dopo il ponte sull’Adda. Ale non riesce a cambiare passo, cerchiamo quindi di stare uniti e camminare veloci: ora l’unico obiettivo è arrivare al cancello di Erve nel tempo limite di 4 ore e 15 minuti.

La Strada si impenna: dopo in primi tornanti la gara sale sui gradoni che tagliano la strada verso Rossino. Qui nonostante la camminata ed Ale che combatte contro il suo stomaco riusciamo addirittura a passare terne con alcuni atleti colpiti da crampi.

Teniamo duro ed incitiamo Ale. Non molla sono sicuro. Lo conosco da poche ore ma uno che ha fatto il Passatore non molla nemmeno se gli spari sulle gambe ed infatti è così: dall’ammiraglia ci passano un po’ di citrosodina che in pochi minuti risolve tutto.

Passiamo il cancello ad Erve in 3h55m. Ce l’abbiamo fatta! Ora non resta che arrivare in cima! eh eh eh

Ancora 6km interminabili di salita, sul “Pra dei ratt” ci si arrampica letteralmente. Ma noi stiamo bene tutti e tre sappiamo di poter riuscire a chiudere quella che per noi è un’impresa.

Da qui in poi un lunga scia luminosa si inerpica fino ai piedi del Resegone come tante lucciole nel buio della montagna quasi a far da specchio alle stelle. È una cosa indescrivibile: bisogna viverla. Non è una gara, credo sia più un’esperienza di vita.

Passiamo i vari check point medici, mi fermo a tirare le gambe a due atleti in preda ai crampi che qualche km prima in pianura ci avevano passato a doppia velocità.

E’ fatta! Pochi metri… siamo su! vediamo la capanna! Ci prendiamo per mano come da tradizione. Tagliamo il traguardo in 5h33m!

Il sogno si è avverato.

La Monza Resegone è nostra.

La Monza Resegone è finalmente mia!

Il Grazie va ai miei compagni. Ale non ha mai mollato e ci ha fatto da Pacer facendo volare i km in pianura. Rossella costante in tutte le frazioni. Mai una crisi: questa gara la voleva e l’ha conquistata di prepotenza.

Grazie a mia moglie Francesca che ogni giorno mi supporta e mi sopporta e mi mette sempre davanti a nuove sfide. Grazie a mio padre e alla mia famiglia che mi ha trasmesso tutto ciò di buono che può darti lo spirito sportivo.

Grazie a tutti i supporters ed amici che ho incontrato lungo il percorso!

Complimenti vanno anche a Valentina, Marcilene e Carolina tra le poche terne unicamente femminili a compiere l’impresa!

Non ho mai scritto nulla sulla corsa. Ma questa non è corsa: è vita e quindi merita la lettura.
Andrea
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