Andrea Devicenzi mi ha spiegato cos’è la motivazione

Andrea Devicenzi, se non lo conoscete, è un campione di Paratriathlon e Mental Coach. All’età di 17 anni a causa di un grave incidente motociclistico ha subito l’amputazione della gamba sinistra. Un evento tragico che ha cambiato per sempre la sua vita.

Ma la voglia di vivere ogni giorno al massimo delle possibilità ha sempre prevalso. E la passione per lo sport lo ha portato a chiudere imprese davvero incredibili.

È diventato Campione di ciclismo Paralimpico nel 2007 e negli anni ha sempre alzato l’asticella, inseguendo obiettivi sempre più grandi. Fino alla medaglia di bronzo ai Campionati Europei di Paratriathlon del 2012 e la medaglia d’argento, sempre ai Campionati Europei, l’anno successivo, nel 2013.

L’ho incontrato alla 12H Cycling Marathon e dopo avergli fatto qualche domanda ho capito davvero cosa significa essere motivati. Andrea è in grado di trasmettere determinazione e voglia di fare, anche solo dopo pochi minuti di chiacchierata. Ecco cosa gli ho chiesto:

– Ciao Andrea, quanto è importante la testa per chi come te in adolescenza ha avuto un incidente del genere?

Di testa sicuramente ce ne vuole sicuramente tanta, soprattutto dopo l’amputazione di una gamba. Serve uno stimolo in più, qualcosa per continuare. Tante volte non è nemmeno questione di sapere di non averla, una gamba. Il punto è sapere quanto è importante per te raggiungere il tuo obiettivo. Quando inquadri l’obiettivo da raggiungere dimentichi la gamba. E quando lo hai bene in testa, non devi far altro che prepararti. Cerchi di capire cosa devi fare. Ti devi allenare. Non puoi dall’oggi al domani fare una 12 ore. Ne devi fare prima 2, poi 3, poi 4 e così via.

– Il tuo obiettivo per questa 12 ore?

Pedaleremo in due. Farò 6 ore in staffetta, un’ora a testa. È la prima volta che partecipo ad una gara di questo tipo, ma prevedo non si scenderà mai sotto i 40 km/h.

– Come Mental Coach quale consiglio daresti a chi tenta più volte di fare attività fisica ma non riesce per mancanza di stimoli?

Il primo consiglio è quello di evitare di iniziare a fare una cosa e pensare di diventare un campione. Bisogna iniziare gradualmente, con grande volontà, e man mano che si prosegue sul cammino ogni dubbio sparirà, facendo largo alle proprie scelte. Io ad esempio ho iniziato a fare ciclismo per perdere peso. Il resto è arrivato dopo. Negli incontri che faccio nelle scuole consiglio sempre di leggere un libro. Da quel libro ognuno poi troverà altre diramazioni, leggerà altri libri, e poi ancora altri, che sceglierà di leggere per passione o per inclinazione naturale. Non dico mai “dovete leggere 50 libri”. Leggine uno, inizia, e poi trova la tua direzione. La stessa cosa nello sport. Bisogna iniziare, e lentamente trovare la propria strada.

– Hai scelto il ciclismo, uno sport duro, non trovi?

Il ciclismo è uno sport molto duro, è uno sport che non perdona. Devi pedalare, non puoi mollare. Mai. Devi dare il 200%. Nel ciclismo cambia tutto, anche come viene interpretata la fatica. Tanti la fatica la evitano. Il ciclista è uno che la fatica la va a cercare. Cerca le salite. C’è chi fa 200 km in macchina per cercare una salita. Torno un attimo al punto iniziale. Ricordate che avere un obiettivo è fondamentale. Cominciate dalle piccole cose. Andate a fare la spesa a piedi. Fate una passeggiata. Tutto seguirà naturalmente.

– Quindi niente campioni, ma obiettivi raggiungibili

L’obiettivo può anche essere piccolo. “Voglio correre 5 km”. Ma devi viverli bene questi 5 km. Il tuo obiettivo deve darti emozioni dentro. Se quando pensi al tuo obiettivo non senti niente dentro vuol dire che non sei sulla strada giusta. Come faresti se no ad alzarti alle 6 di mattina per andare a correre? Con quali stimoli? Devi invece alzarti la mattina e avere voglia di raggiungerlo. Visualizza te stesso nel momento del raggiungimento del tuo obiettivo. Questo è quello che dovreste fare.

 

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