Non ce n’è. Anzi, come dicono a Milano, ghe n’è minga. La Stramilano per me rimane una delle gare più belle, più divertenti e veloci di sempre. È proprio qui che qualche anno fa, sotto un diluvio universale, ho portato a casa il mio personale sulla Mezza Maratona.
Ed è sempre qui che negli anni passati ho visto automobilisti inferociti – uno in particolare – attraversare la strada con la propria auto e colpire un runner, scendere e insultarlo.
Ma non è quello che ho visto ieri. Ieri ho visto una Stramilano da record. Ho visto numeri impressionanti. Tra le 55.000 e le 60.000 persone che hanno partecipato alla 10K che si è svolta senza intoppi, sotto un cielo azzurro, senza una nuvola, in una splendida giornata di primavera.
Ho visto e ho incontrato decine di amici, che hanno condiviso con me tante esperienze. Si chimamano Red Snakes, Urban Runners, le ragazze delle Women in Run e le nuove arrivate di Run4Me.
Io ho continuato nella tradizione della Mezza Maratona, che ha registrato un altro record, toccando gli oltre 6.500 partecipanti. Una gara dove James Mwanjii Wangari – con 59’12” (cinquantanove minuti, capite?) – ottiene il nuovo record della manifestazione battendo il record registrato da Paul Tergat nel 1998.
E accompagnando Lucrezia e le Women in Run ho scoperto che gli amici di un tempo sono rimasti tali (grazie in particolare a Maico e Giorgio) e che i milanesi sono ancora imbruttiti, ma non sono più incazzati come una volta. Il pubblico c’era, e faceva il tifo. Tanto tifo. Forse davvero le cose stanno cambiando.
Non siamo più quelli che “ma andate a lavorare cogli******ni!!!”. Adesso siamo una grande famiglia, una tribù sempre più grande, sempre più numerosa e variegata.
Ci sono i fissoni del tempo, quelli che spaccano il secondo, quelli che se ne fregano, quelli che corrono per una promessa, per una scommessa, per una sfida, per divertirsi.
E nel corso degli anni ho fatto parte di ognuna di queste categorie, e ho capito che in fondo quello che conta è stare bene con sè stessi, e volersi bene.
Una gara che ogni anno diventa sempre più difficile da dimenticare e che si fa amare ogni volta di più. Io e Lucrezia abbiamo sofferto, stretto i denti tra crisi, caldo e bottigliette d’acqua rovesciate su testa, braccia e gambe. Ma abbiamo tagliato il traguardo col sorriso e siamo pronti per una nuova avventura (qualcuno ha detto Maratona?)
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