Mezza di Monza 2015: quando la giornata è no è no.

Ci sono giorni che corri e ti sembra di volare, senza fatica, senza pensieri, senza problemi. Ce ne sono altri invece dove anche solo camminare ti sembra un’impresa impossibile. Male ovunque, con la testa che continua a ripetere: no, no, no.

Se poi a tutto ciò aggiungiamo che La Mezza di Monza non è mai stata la mia gara fortunata, ecco, il gioco è fatto.

Le cose hanno iniziato ad andare storte fin dalla prima mattina, con diversi imprevisti, prima domestici e poi con la nuova organizzazione di gara, che forse avrebbe potuto gestire meglio alcuni dettagli legati alla gara e alla logistica, come parcheggi e viabilità.

La partenza infatti è stata posticipata di una ventina di minuti, per consentire a tutte le persone ancora in auto (e in coda) di parcheggiare e affrettarsi in griglia di partenza. Una festa a metà per qualcuno, che come testimoniano alcuni commenti sui canali social, non è riuscito ad arrivare in tempo e ha dovuto rinunciare alla gara.

Alla partenza si sono comunque presentati quasi in 5.000, divisi tra 10 km, mezza maratona, 30 km e poi ancora distanze non competitive e 6km solidale.

Meteo clemente per un po’, poi la pioggia torrenziale (prevista) ha preso il sopravvento e non ha mollato fino al termine (e oltre) della gara.

Io avrei dovuto correre la ‘nuova’ distanza di 30 km, ma non era giornata.

Quando sei al secondo km e la testa decide di abbandonarti hai poche opzioni. Quello che ho fatto è stato cercare di correre fino a che avessi potuto, per poi iniziare a camminare, alternando le due cose.

Inutile forzare. Quando una giornata è no, è no. Intorno al decimo km ho deciso che non avrei percorso la distanza prevista ma avrei deviato sui 21 km. E così è stato. Intorno al diciottesimo ho staccato i chip dal retro del pettorale e li ho buttati, per evitare di apparire in classifica e togliere posizioni a chi un posto se l’era meritato.

In condizioni pietose ho tagliato il traguardo e ho comunque ritirato la medaglia, decisamente poco meritata, nella convinzione – questa volta – di non aver fatto torto a nessuno (le medaglie per la 30 e la 21 erano uguali).

Completamente inzuppato e dolorante sono andato ai box che di solito ospitano i bolidi di F1 e mi sono cambiato, per poi dirigermi al parcheggio (inzuppandomi di nuovo).

E qui un’altra ora di coda per uscire dal Parco, con la viabilità – di nuovo – completamente bloccata (niente vigili e niente semafori lampeggianti). Una domenica non certo gloriosa, anzi. Insomma, una giornata decisamente no. Della quale – come accade ogni volta – farò sicuramente tesoro.

Perchè è grazie alle sconfitte come questa che si impara ad apprezzare ancora di più le vittorie che verranno.

Mai perdersi d’animo, mai mollare.

Run, like never before!

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