Biografia
Anna Mei è Nata a Milano il 10-07-67, da una famiglia di sportivi: nonno Vincenzo primo maestro di tennis in Italia e capitano della squadra di Coppa Davis nel 36 (credo…), papà Aldo, tutt’ora a calcare la terra rossa, grande allenatore con atleti del calibro di Bottazzi, Canè, Golarsa, Iachia… Entra in contatto nel 1996 con lo spinning, da lì, il legame con la bici outdoor è abbastanza naturale. Solo per puro caso si ritrova però a competere e girare nelle 24H; grazie ad un collega , Ugo Lamon, che ha forse visto in lei l’inclinazione per questo tipo di “strada” ha provato, a Cremona nel 2006, a vivere la sua prima 24 ore…trovandosi nel suo mondo quasi da subito. Seguita da Fabio Vedana, grande preparatore, amico e uomo, che con i suoi preziosi “consigli” sa sempre indicarle non solo tabelle di allenamento ma anche il giusto “mental approaching”; accompagnata dall’amico manager Alfredo Orioli, conosciuto in occasione della “One day to win”, gara da lui organizzata a scopo benefico per l’Associazione Debra Onlus; supportata ciclisticamente parlando dalla famiglia Frugeri e dalle sue meravigliose bici,gli anni 2009-2010 e 2011 l’hanno vista indossare sia il tricolore che l’iride, nella disciplina 24h mtb e su strada, indossare il tricolore come ultracycler. A questi si aggiungono la vittoria in una grande classica come la Milano Sanremo, al circuito nazionale Endurance Tour. Il 2011 sarà per lei ricordato come l’anno dei due record mondiali, ottenuti sulla pista outdoor di Busto Garolfo, abbattendo il muro dei 700 chilometri nelle 24 ore,e dei 350 nell’arco delle 12 ore, ad una media di 32km/h circa… ma soprattutto, dando una valenza benefica all’evento, aiutando un bambino affetto da epidermiolisi bollosa, Mattia, che ha così potuto avere una voce grazie al supporto mediatico ed economico dell’evento stesso.
Nel weekend 6-7-8 Dicembre 2013 Anna Mei ha battuto il suo precedente record della 24 ore in pista pedalando, sul circuito di Montichiari, per ben 738 km. Inoltre, nel tentativo di percorrere 1.000 km, ha proseguito per altre 8 ore, percorrendo 901 km alla media di 28.153 km orari, per un totale di 3603 giri conclusi.
L’intervista
– Anna sei stata strepitosa, complimenti per il tuo record, la prima domanda, dopo un prestazione così incredibile è: “cosa succede nella mente di un’atleta in occasioni simili”?
Grazie per i complimenti, li accetto volentieri…soprattutto alla luce della conferma che mi è giunta proprio oggi dalla Umca, la federazione internazionale che si occupa di omologare tali imprese: quattro…di record ne abbiamo fatti quattro!! 100/200 miles e 12/24h!
Ma torniamo alla mente…cosa succede alla mente. Credo sia una cosa talmente personale e anche mutevole nel medesimo atleta, che è veramente difficile poterlo scrivere…So per certo che solo lasciandosi andare alle spalle le paure, i numeri dettati da un cardiofrequenzimetro o da un contachilometri, le aspettative personali e la pressione che un tale evento può creare…solo così, si inizia ad essere veramente liberi ed esprimere se stessi. Tutto ciò in me è iniziato dopo le 12 ore, un tempo lunghissimo, scandito da uno stomaco ribelle e la volonta’ di correre veloce. Il corpo prevaleva sulla mente…Limiti e paure erano presenti, bloccando il gesto atletico.Allo scoccare delle 12 ore il cambiamento, forse dettato da un “mantra” che mi trovo spesso a recitare: l’Ave Maria. Solo questa meravigliosa preghiera sa Dare un giusto rimo al mio respiro, unendolo alla pedalata. Così è stato, ed il tempo non è più esistito. La mente e’ volata all’estate passata da poco,quando sotto ad un diluvio universale, partendo da S. J.Pied de Port, salivo i Pirenei verso il mio Cammino di Santiago”. Ho ricordato una farfalla che mi accompagno’ lungo quei tornanti. Ho rivissuto i chilometri nelle meseta, altipiani torridi e deserti. Ho rivisto i volti delle persone incontrate lungo il cammino. Pensieri, emozioni e propositi erano così chiari in me che nulla avrebbe potuto frapporsi fra me e le 24 ore. Credo si viva una sorta di “trance” mentale, che ti isola da ogni elemento esterno, portando ti all’obiettivo che ti sei proposto.
– Quanto conta la preparazione psicologica?
Più che “preparazione” psicologica parlerei di “attitudine mentale”. Qui le doti fisiche contano fino ad un certo punto…e credo non debba spiegarne il motivo. Personalmente ricordo la mia grande emozione nel poter vedere, leggere e sentire i racconti di atleti “ultra”( bikers o Runners) che superando la barriera del limite, vivono la forza regalata dall’anima, dal cuore. Umilmente, ricordo era il 2007, ho voluto provare a fare il Çam Ita, 24h mtb. Lo vinsi, sentendo che quello era il mio mondo, ma che molta, moltissima strada avevo ancora da fare.
In realtà penso che di strada io ne dovrò macinare ancora moltissima, imparando sempre più a conoscere me stessa…perché mi sento come un’atleta in cammino, che ancora non conosce i propri veri limiti. Preparazione psicologica vuol dire costruire un equilibrio interiore? Credere in se stessi? Oppure fare yoga, recitare mantra, creare una personalità salda ed equilibrata…non saprei….mi ritrovo in ognuno di questi elementi quando, mentre, sola pedalo andando verso il Passo Agueglio e ringraziando il Signore per la bellezza di ciò che mi circonda…
Sto così bene con me stessa, dopo tante ora vissute e sofferte su una bici, che solo allora posso guardare Anna in faccia e conoscerla: niente barriere, Anna così com’e’.
Nessuna preparazione psicologica ti insegna questo: lo abbiamo dentro di noi, almeno credo.
– Arriva mai il punto in cui il corpo si “annulla” e lascia spazio solo alla mente? Se sì, dopo quanti km la mente prevale sul fisico?
Forse ho già risposto prima. Non vi è un tempo…alle volte capita dopo poche ore, alle volte mai. Nel secondo caso si percepisce che qualcosa è mancato….non si è entrati in contatto con quella parte “magica” di questa disciplina. In realtà vi è sempre una annullamento del corpo, quando il dolore dato dalle gambe legnose, dalla sella che “brucia” dalle mani intorpidite, di colpo ti senti leggero ed il cuore sorride. La motivazione, il desidero, il credere in se stessi, il coraggio…la follia…fanno il resto. Ed allora 700 km sono un mero numero su un foglio…ma un’avventura che desideri vivere, durante quei chilometri, non sono più numeri, ma Vita!!!
– Ci racconti dei bambini farfalla?
Conosciuti ad una 24 ore di beneficenza, nel 2009, ho subito sentito il bisogno che avevano di farsi conoscere. Una malattia rara come la loro, e così invalidante, li porta ad essere sempre in un angolo. Sofferenza e’ la prima parola che scandisce la loro vita, questo x sempre. Non mi è stato possibile staccar mente, e grazie ad un sogno fatto una notte nel quale pedalavo con una farfalla sulla schiena, eccomi qua….La loro pelle e talmente delicata da “sfaldarsi” al minimo contatto. Si formano così, dovunque sul corpo, delle bolle, esattamente come le vesciche che ci compaiono suo piedi, indossando un paio di scarpe nuove. Dimensioni e località sono assolutamente casuali. Le cure? Palliative. Le madri imparano ben presto a disinfettare, bendare, sbendare, con infinito dolore, tali piaghe…non esiste altro rimedio. Per ulteriori approfondimenti rimando comunque al sito Debra.
– È possibile fare una donazione? Come?
Per questo rimando al mio sito www.annamei.it sul quale è ben visibile il logo Debra sudtirol. Basta cliccare, andare sulla pagina donazioni. Madre Teresa di Calcutta credeva e scriveva che l’oceano è fatto di tante piccolissime gocce…ognuno di noi potrebbe trasformarsi in una piccola ma importantissima goccia e formare un oceano….
– Mia figlia Simona, una tua alunna, mi ha chiesto di chiederti quanti kg hai perso durante il weekend che ti ha portato sul tetto del mondo
Credo che si sia accorta che avevo “perso” qualcosa per strada….:) – kg 4,750. Questo evento, come ogni mia prestazione di tale livello, è sempre preceduta da un periodo di carbo-load paragonabile al ” Full energy load”della Enterprise! Ciononostante si perdono sempre molti liquidi…e non solo!
– Ti piace ascoltare la musica in allenamento?
Non sempre. Se indosso le cuffiette tengo solo un auricolare, per poter essere attenta alla guida: per noi ciclisti e’ sempre pericoloso e bisogna avere mille occhi. Ultimamente era con me la musica dei Bliss e Jovanotti.Due stili diversi che ascolto in momenti diversi.
– Preferisci allenarti da sola o in compagnia?
Dipende, soprattutto da che tipo di allenamento devo fare. Se devo allenare la forza e fare ripetute o allunghi in salita prediligo essere sola, insieme al mio contachilometri ed alla mia bici. Se devo fare delle lunghe, la compagnia aiuta e le ore passano velocemente. Importante e la presenza di mio marito, che se può, nelle lunghe mi segue con l’auto, assistendomi metro dopo metro, dandomi sempre consigli e spronandomi se necessario.
Il terzo caso e’quando si è vicino ad un evento come quest’ultimo record. Allora la scelta e’ sola. Ho iniziato a preparare la mia “mente” per il record quando ho fatto i primi chilometri del Cammino di Santiago. “focusing” così lo chiamano, la capacità di vivere ed immaginare di essere nel velodromo, durante il record. Ogni allenamento ero la’, ogni sogno ero la’….a girare in tondo in un anello di 250 mt….
– Qual è la gara che ricordi con più gioia?
Il Campionato del mondo del2010 a Canberra, in Australia, che vinsi nonostante 4 forarure. Ricordo i ragni, neri ed enormi, i canguri che quasi, al mattino presto, mi buttarono giù dalla sella, ma soprattutto ricordo Stefano, che poche ora prima dell’inizio della gara, mi chiese via Skype, di sposarlo….ebbene fu la gara più gioiosa che ricordo!!!
– Frequenti i social network? Sei più un tipo da Twitter o Facebook? Ci lasci i tuoi contatti?
Ho sia un profilo che una pagina Facebook, creata in quanto sono al limite determinato dal Social x accettare nuove amicizie, (Anna Mei). Sull piattaforma Twitter (@Ann24h). Ricordo anche il mio sito www.annamei.it
– Rock o Hip-Hop?
Entrambi…adoro la musica…
– Ti piace l’utilizzo della tecnologia negli allenamenti e nelle gare (in particolare l’utilizzo di orologi GPS)?
Utili nel qual caso succeda qualcosa( spero mai)per poter essere localizzati, non credo nella tecnologia a tutti i costi. Importante negli allenamenti, conta poco o nulla in gara. L’unico paramento che ho tenuto sempre sotto controllo durante il record è stata la velocità media, che non doveva mai scendere sotto ai 30 km/h.
– Sgarri mai con l’alimentazione? Pizza o McDonald’s?
Certo che sgarro, soprattutto dopo le gare! Mi regalo una seduta terapeutica da Mc Donalds, mangiando il panino più grosso che esita!!! Niente patatine o altro, uno o anche due panini multi piano mi ridonano allegria!! Se poi sono andata a podio ci sono anche le pringles che mi aspettano!!
– Che attività sportive collaterali pratichi oltre al ciclismo?
In inverno mi dedico alle ciaspole, neve permettendo, alla preparazione muscolare in palestra. Mi piace molto anche passeggiare in montagna. In modo assolutamente casuale inserirei anche la corsa.
– Ti piace correre? Hai mai corso una maratona?
Come con la bici, anche la corsa lo annovero tra gli sport di fatica, che ci conducono alla conoscenza vera e profonda del nostro io. Mi piace molto correre, ma mi ritengo dotata di scarsa tecnica, di conseguenza sono lenta e “pesante”. Non ho mai pensato di correre una maratona, ma ho partecipato come “sparring partner” , logicamente in bici, con un amico conosciuto come The will, nell’ambiente podistico, leggero, veloce, che ha partecipato credo varie volta alla Maraton de Sable. Esperienza incredilie incredibile…atleti incredibili…
– Grazie per le tue risposte, ancora complimenti, faresti un saluto ai lettori del blog?
Saluto con un pensiero, che mi ha donato un amico prezioso, che mi ha lasciato da poco…: “don’t stop when you are tired, stop when you are done”…Un caro saluto a tutti…augurando tanti chilometri….di gioia!!
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