Niente, non ce la fate. Siamo un popolo che non sa rispettare le regole. Che non ha senso civico, non ha rispetto per nessuno. Siete un gregge di irresponsabili. Anche se in passato avevo preferito usare altri termini.
Che trova sempre qualche escamotage per eludere e sottrarsi con malizia a obblighi, impegni, doveri, responsabilità, leggi.
Nonostante i numerosi, numerosissimi appelli, ci sono ancora tantissime persone che non hanno afferrato il concetto. Ma io dico, quale parte non capite di “dovete restare a casa?”
“Eh ma sul decreto non c’è scritto che non posso uscire a correre”
Eppure parchi e ciclabili sono ancora pieni di gente che corre, così come le bacheche di centinaia di persone, che orgogliosamente si fotografano da soli o in gruppo dopo una bella corsa.
Ma dove volete andare mi chiedo io? Cioè pensavate di vincere qualcosa? Cosa volete dimostrare, che con l’allegria si sconfigge una pandemia?
“Ma sì, fattela una risata ogni tanto no? Ho tenuto le distanze e NESSUNO può limitare la mia libertà, nessuno può impedirmi di fare quello che faccio.”
Sì invece, coglione. E la situazione diventerà sempre più grave se non rispettate le regole. E non è questione di non saper fare ironia, ci mancherebbe, sono il primo a dover fare il mea culpa per aver sottovalutato il fenomeno quando si è presentato.
Ma c’è un momento in cui dobbiamo prenderci le nostre responsabilità e agire.
L’emergenza, se ancora non lo avete capito, non è solo sanitaria, ma anche socio-economica. E più ve ne andate in giro a fare i deficienti, peggio sarà per tutti.
Siete un gregge di irresponsabili. Perché non ci sono già più posti letto, perché bisognerà scegliere chi far sopravvivere e chi no. Mentre voi ve la godete incuranti della salute e della vita di chi vi circonda.
E sapete cosa dovete fare per agire? Niente. Proprio niente. Dovete stare a casa tranquilli ed evitare il più possibile il contatto con altre persone.
Ma cosa avete nella testa, perché dovete sempre fare gli originali a tutti i costi?
E con la scusa dello smart working, lasciate che i vostri figli se la spassino al parco, magari con i nonni, così ve li levate dai piedi tutti. Due piccioni con una fava.
Le due categorie più a rischio per diffusione e mortalità che se la spassano insieme al campetto.
E c’è di peggio. Il problema infatti non è solo degli invasati e di chi gironzola qua e là. Il problema è tutto italiano, e c’è tutto l’anno. Il problema c’è anche senza COVID-19.
Volete un esempio?
Perché se non si può sostare in doppia fila piazzate lo stesso lì l’auto e poi vi lamentate pure se beccate la multa o se la portano via? “Eh ma sono entrato solo un minuto a bere un caffè!”
E ce ne sono a centinaia di esempi come questo. Dal taroccare il peso della frutta al supermercato fino al pezzotto per vedersi Sky (e tanto altro) a babbo morto, alla faccia di chi ha sempre pagato un abbonamento.
Al prendere un treno e portare il contagio fuori da zone considerate rosse, o arancioni, poco cambia.
L’Italietta dei furbi, di chi si sente superiore per aver fregato quello di fianco a lui. Un popolo – anzi una parte del popolo – nella quale difficilmente mi riconosco.
Un popolino che campa sulle disgrazie altrui, che ne fa occasione di profitto, che unito esulta al grido di “uno in meno!”
Ecco, insieme ai tanti milioni di Italiani (con la I maiuscola) vogliamo dirvi che siete un pericoloso gregge di irresponsabili. Che non serve dirvi “state a casa” perché tanto non serve, non lo capite.
E non è un problema politico. La politica non c’entra niente.
Perché il vostro egoismo è più forte di qualsiasi raccomandazione, di qualsiasi avvertimento.
E questa volta non lo capite nemmeno se ci è scappato il morto. Centinaia di morti.
Mentre scrivo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sta chiudendo tutto, negozi compresi.
Perché non siete nemmeno in grado di capirlo. Di capire le regole base di convivenza di una Nazione che sta affrontando un’emergenza straordinaria.
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