VenTo: in bicicletta da VENezia a TOrino lungo il Po

Un paio di mesi fa si era parlato della prima autostrada dedicata alle biciclette (la RS1 ) con corsie larghe 4 metri separate dal normale traffico urbano da file di alberi che proteggono tutti i ciclisti in transito.

L’eventualità che anche in Italia fosse possibile realizzare un’opera simile ha fatto sollevare più di un sopracciglio, ma la realtà questa volta supera la fantasia.

Si chiama VenTo, ed è una ciclabile lunga, lunghissima. La ciclabile più lunga del sud Europa. Si parla di 679 km di ciclabile, che sono anche 679 km di green economy, di green jobs e potenziale crescita dell’economia.

Il percorso è già in parte utilizzabile per circa 100 km. Il 15% di VENTO corre già su ciclabili sicure e utilizzate. Non bisogna fare nulla, solo inforcare la bici e andare. Si tratta di 102 km pedalabili ma che – purtroppo – non sono uno dietro l’altro, ma un tratto qui, un tratto là.

Il 42% di VENTO è invece in una situazione che è straordinariamente assurda perchè è una sorta di ciclabile bella e pronta ma non utilizzabile perchè le regole di utilizzo degli argini, sostanzialmente, sono ferme all’idea che il transito deve essere interdetto, che non è sicuro, che deve essere lasciato solo ai mezzi agricoli o a quelli della polizia fluviale.

Per tutti questi casi basta la volontà di una firma e il coraggio di stabilire che gli argini sono solo ciclabili e utilizzabili dai frontisti. Basterebbe un accordo tra le quattro regioni e gli enti fluviali. Bastano alcune centinaia di migliaia di euro per rimuovere le sbarre e gli sbarramenti e fare alcune sistemazioni banali.

Il percorso è inoltre collegato a 115 stazioni ferroviarie, che permettono di suddividere con facilità il viaggio in diverse tappe.

Le condizioni per realizzarla richiedono un investimento molto contenuto: qualche decina di milioni di euro per ottenere in pochi anni la più lunga ciclabile del sud Europa.

Una ciclabile che collegherebbe città artistiche meravigliose: Venezia, Ferrara, Mantova, Sabbioneta, Cremona, Pavia, Valenza, Casale Monferrato, Torino.

Un’infrastruttura a bassa velocità ma che produrrebbe un giro di affari annuo stimabile in due volte l’investimento iniziale. Un’infrastruttura che diverrebbe il volano per un turismo pulito, bello, ecologico e motore per tante economie diffuse…vere green economy.

TUTTE LE INFO SU http://www.progetto.vento.polimi.it/

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