Wearable Fitness Trackers: passeremo tutti al lato oscuro?

Il futuro, lo sappiamo tutti, è già qui. Alcune volte ce ne accorgiamo, molte altre no. Diversi film hanno provato negli anni a descrivere e interpretare quello che sarà di noi tra 20, 50 o 100 anni. Ma il futuro arriva sempre prima del previsto.

La realtà di oggi ha nomi che tutti conosciamo. Smartphones, Fitness Bands, Activity Trackers. Hanno GPS e cardiofrequenzimetri incorporati e rilevano ogni tipo di dato possibile e immaginabile. Quanto dormiamo, quanto ci muoviamo, dove andiamo. Il nostro telefono sa quanto pesiamo, quanto siamo alti, se siamo in salute, se stiamo cercando di smettere di fumare o se vogliamo addominali six-pack.

La next generation della tecnologia Wearable – letteralmente ‘indossabile’ –  sta facendo passi da gigante e probabilmente cambierà le nostre vite nel giro di qualche anno. Le parole che sentiremo sempre più spesso? Bionico, Data-rich, Tecnologie in-body.

Chi sta progettando il nostro futuro?

Athos, ad esempio, ha già sviluppato abbigliamento da fitness che incorpora decine di sensori capaci di registrare battito cardiaco, ritmo della respirazione, utilizzo dei muscoli, grado di equilibrio. Il tutto in tempo reale direttamente sullo schermo del nostro telefono grazie alla tecnologia Bluetooth. Come è possibile? Semplicemente utilizzando filati sintetici uniti a filati elettronici.

Allo stesso modo Google che da anni è attiva con il Project Jacquard, in collaborazione con Levi Strauss & Co. Un progetto per sviluppare abbigliamento idoneo a comunicare con i nostri dispositivi mobili. Superfici in cotone sensibili al tatto, in grado di controllare gli Smartphones semplicemente interpretando i movimenti di chi li indossa (il video è piuttosto esplicativo).

[youtube_sc url=”https://www.youtube.com/watch?v=qObSFfdfe7I” width=”720″ autohide=”1″]

Ma Athos e Google non sono gli unici. Le Fitness bands e gli Activity Trackers potrebbero presto cedere il passo a una nuova generazione di bracciali biometrici, così avanzati da capire cosa accade all’interno del nostro corpo. I ricercatori di Echo Labs stanno lavorando ad un dispositivo che misurerà la quantità di ossigeno presente nel nostro organismo, insieme alla rilevazione di CO2, pH, livello di idratazione e livello della pressione sanguigna.

Come si convive con la tecnologia 24 ore al giorno?

Se avete provato almeno una volta a indossare una Fitness Band sapete come funziona. Bastano poche ore, e sei fregato. Non puoi più farne a meno. Diventa parte della tua giornata, del tuo stile di vita, di te. L’unico momento in cui la togli è per caricarla. Per il resto – come si dice – è ‘always on, always on me’.

Alcuni, e non è uno scherzo, allungano il tragitto o accelerano il passo per raggiungere prima gli obiettivi quotidiani. Altri controllano almeno due volte al giorno i progressi, cambiano abitudini alimentari, contano ogni singola caloria.

Il premio? Un messaggio di congratulazioni sul display. Che in fondo, diciamolo, ci fa sentire in pace con noi stessi. Un po’ orgogliosi. È la motivazione per continuare, per rifare tutto da capo il giorno dopo. E quello dopo ancora.

Il lato oscuro

La tecnologia Wearable per ora ha un impatto positivo sulle nostre vite, su quello che facciamo quotidianamente. Ma c’è un lato oscuro da tenere in considerazione.  La relazione con questi dispositivi è allo stesso tempo liberatoria e oppressiva. Ci si sente legati, condizionati da questi oggetti.

Alcuni studi hanno dimostrato che senza la loro Fitness Band le persone intervistate si sentivano ‘nude’. Altre smettevano di allenarsi e interrompevano la routine quotidiana perchè l’impressione era quella di sprecare tempo (se non si può registrare allora non lo faccio). La motivazione spariva in un istante.

E questo non è sano. È alienante. Diventa una specie di romanzo distopico. Un futuro dove le nostre decisioni saranno sempre più condizionate dalla tecnologia e da chi la rende disponibile.

Diventerà sempre più difficile sfuggire al controllo e alla trasformazione che giorno dopo giorno stiamo attraversando.

Diventeremo cyber-uomini? O saremo invece in grado di sfruttare la tecnologia per migliorare la qualità delle nostre vite? Passeremo tutti al lato oscuro? La risposta forse arriverà quando non potremo ascoltarla. Per ora, e per fortuna, possiamo ancora scegliere quanto e quanta tecnologia vogliamo nella vita di tutti i giorni.

Ma ricordate, il futuro arriva sempre prima del previsto.
Condividi su: